Le storie d’amore cinematografiche impossibili. Il romanzo del cinema

 

Le storie d’amore cinematografiche impossibili.

Il romanzo del cinema

come ci insegna il romanzo rosa, ma anche buona parte della narrativa di genere romantico dal XIX secolo in poi, per l’eroina del romanzo popolare c’è un solo modo per aver successo nella società: sposarsi felicemente e sposarsi bene. Tanto che il termine romanzo è ormai sinonimo di storia d’amore a lieto fine – ove lieto sta per matrimonio canonico riconosciuto e indissolubile – poiché le vicende degne di finire in un romanzo insieme all’ideale di un amore totalmente romantico, sono per statuto il pensiero focale della protagonista o delle protagoniste femminili di ogni storia.
Secondo un’impostazione sociale ormai universale, migrata senza interruzioni dal romanzo – sia in volume che a puntate – al cinema, in un tempo “antico” era l’uomo l’amante che si struggeva per la bella irraggiungibile. Negli ultimi secoli le cose sono cambiate in maniera drastica quanto inosservata. Dalla rivoluzione industriale in poi, gli uomini hanno altre mete, devono conquistarsi un posto di rispetto nel sociale, banale o eccentrico che sia: arrampicatore da una classe all’altra che arricchisce, o avventuriero che conquista qualcosa e arricchisce a sua volta di conseguenza. Eugenie Grandet insegna.   Continua a leggere.